Oltre ad aver volato dal 1966 al 1968 nella PAN di cui fu solista insieme a Renato Ferrazzuti, successivamente, nei lunghi anni di attività, ha collaudato con passione e immensa competenza ogni tipo di macchina volante. Le sue prove pubblicate sulle riviste aeronautiche hanno appassionato e insegnato preziosi segreti a tutti i piloti per i quali è sempre stato un prezioso punto di riferimento.
Addolorati per la sua scomparsa, pubblichiamo questa sentita nota in memoria, scritta dal suo amico e collega giornalista Fabrizio S. Bovi, autore di innumerevoli articoli a sostegno dell’aviazione sulla rivista “Volare” diretta dal cofondatore di AOPA Italia Francesco Giaculli.
Cieli blu Jack.
PONY 11
“Voleva fare l’aviatore. E lo ha fatto alla sua maniera, lasciando nell’azzurro una scia di leggenda.
Con cloche, manetta e pedaliera ha segnato un’epoca del volo irripetibile, nella quale uomini e macchine davano lealmente il meglio di sé, senza infingimenti.
Per Jack l’Aviazione è stata assai più di una smisurata passione per il volo: era un crogiolo di valori e di ideali non negoziabili, e per questo non era facile al compromesso. Ma dietro la scorza di guerriero nascondeva una generosità senza limiti come il cielo che i suoi occhi indagatori puntavano fin da ragazzo.
Nella sua infanzia nel ‘Triangolo del Ciò’ qualsiasi trabiccolo andava smontato e rimontato per comprenderne il funzionamento. La sua insaziabile curiosità si spingeva oltre le macchine volanti; dietro a ciascuna di esse, diceva, a ogni latitudine e longitudine ci sono storie da sapere e uomini con cui intendersi. Il suo ardimento, contenuto nella perfetta misura del rischio, era frutto dello studio scientifico e della conoscenza dei limiti umani. Da grande aviatore sapeva guardare oltre l’orizzonte per coglierne i segnali premonitori. Il suo vanto era di non avere mai perso un gregario. Aerei ed elicotteri per Jack non avevano segreti; li valutava a colpo d’occhio e li domava fin dal primo volo.
La sua vita è un diario di avventure. In Pattuglia gli riservarono il posto speciale di secondo solista, ‘Pony 11’, privilegio concesso a lui solo. Più giovane Top Gun della NATO, primo alla scuola francese dei piloti collaudatori. Ovunque si richiedessero il suo talento e la sua esperienza, lui c’era: dalla Sperimentale ai poligoni di tiro, dai deserti d’Arabia alle Ande peruviane. All’estero creava team acrobatici dall’impronta italiana e dalla parlata veneta.
Ha conquistato la fiducia di sceicchi, strabiliato il Bourget con manovre aeree che nessuno aveva osato, dato vita alla più bella squadriglia civile di aquile da voltige. Ha volato con tutto, mai sazio di provare e sperimentare. Spento il reattore ha donato il suo sapere alla rinata aviazione leggera, prodigo di consigli, senza cedimenti e senza nulla chiedere.
Per settemila chilometri, volando a pelo d’Africa, ha portato un aeroplanetto missionario fino al Ciad. Il suo inseparabile Custode non poteva che essere un Angelo Pilota speciale come lui.
Ora insieme collaudano nuove nuvole e disegnano arcobaleni in formazione stretta.
Ciao Aviatore, autorizzato al tuo decollo senza limiti. “
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